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  VIDEO POESIE
  • Appello senza nomi

    Aveva tre anni Aylan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato nell’ottobre del 2015 davanti alla spiaggia di Bodrum, paradiso turistico della Turchia.
    Nato a Kobane, nel nord della Siria, cercava di raggiungere l’Europa fuggendo da una guerra che aveva distrutto la sua città e ucciso migliaia di suoi compagni di giochi. Un viaggio nel segno della speranza, a partire da uno strappo dal proprio paese in una condizione di miseria, di guerra civile, di disperazione.
    Con la maglietta rossa e i pantaloncini scuri, le scarpe allacciate, oggi è il simbolo indelebile della tragedia dei migranti.

  • Geometrie dall'infinito

    Il desiderio di poter planare come un gabbiano nei cieli azzurri è legata psichicamente ad una sensazione di libertà e di spazio infinito, alla comprensione del senso della vita, all’aspirazione, innata nell’uomo, di superare se stesso e i propri limiti per seguire le proprie passioni e le proprie idee e magari incontrare in chissà quale cielo, lungo chissà quali percorsi, sopra chissà quale oceano l’anima gemella.

    Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
    Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
    (Richard Bach)

  • Nella trama di un addio

    Gli amori impossibili, sofferti, vissuti spesso di nascosto, sono storie d’amore sempre travagliate, che vanno contro ogni regola e ogni convenzione.
    Quel che sarebbe potuto essere si fa parametro di quel che non si è riusciti ad essere.
    Se c’è un esame a cui si è sempre rimandati è l’esame di realtà. La mente è traditrice, non si accontenta di vivere il certo, ma si diletta fin troppo con i se e i ma, e spesso ne fa tormento.

    E cos’altro può essere l’amore se non una segreta pazzia, una opprimente amarezza e una benefica dolcezza.
    (William Shakespeare)

  • Nel posto dei profumi

    Dedicata ad un’amica adolescente, caduta nel vortice della droga.
    Un viaggio di andata senza più ritorno nell’ambiguo mondo della tossicodipendenza, una realtà cruda, uno scenario tristemente noto che fa riflettere sul disagio e sulla tragedia di una vita spezzata che dopo tanta sofferenza spera in un “posto” migliore al di là dei sogni e delle rose.

  • Ti chiamano Shamira

    Un messaggio di denuncia per rompere il silenzio su un fenomeno drammatico, quello della tratta delle ragazze africane e più in generale, del traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione.
    Sequestrate, picchiate, abusate, a volte anche uccise.
    Un piccolo esercito di disperate, allettate dalla promessa di lavoro e di facili guadagni. Invisibili ai più, come invisibile resta il loro dolore. Sono immagini sullo sfondo, come ologrammi mezzi nudi sul ciglio delle strade.