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Quello che le donne

Emilia Simonetti

 



Conosco Emilia Simonetti già da tempo, poetessa sensuale ed intrigante. È L’autrice di “Quello che le donne”, la sua ultima raccolta poetica per la quale mi ha affidato l’onere – e l’onore al tempo stesso – di scrivere l’introduzione. Mi sono avvicinato in punta di piedi alla poesia di Emilia, con discrezione e attenzione, poiché è sempre delicato, quanto interessante, sfiorare l’anima di chi ci affida la propria essenza, la propria interiorità.
Cinquanta poesie all’insegna del sentimento, dell’amore e dell’eros, presentate attraverso un incastro sintattico e lessicale che stilisticamente la caratterizza; un linguaggio intessuto di concretezza e materialità, denso di immagini, di colore, di segni.
Un inno all’amore sotteso in questi versi che, pur nella manifesta sensualità, è simposio di tutta la persona. Amore che inebria e accende, inteso come essenza di vita che sublima i sentimenti, amore come linguaggio universale ad enunciare un assioma confermato, condiviso, esternato e desiderato da tutti, amore come forza motrice della vita, amore come passione che raggiunge l’intimità del cuore e del corpo che si fonde con l'anima, amore senza limiti e inibizioni, che tutto oblia, perché l’amore non ha tempo né dimora, ovunque sia, nell’oltre e nell’altrove.
Emilia scrive tra realtà e immaginazione, attraverso una metrica sagace e perspicace, dalla terminologia ricercata, pesata, attenta, tanto da creare meccanismi strutturali particolari ed assonanze dialettiche singolari, attraverso le quali riesce ad affascinare, grazie anche al potere evocativo delle metafore utilizzate in ogni verso, in ogni parola, in ogni rima che, seppur quasi sempre connesse al tema della fisicità e dell’erotismo, sanno creare emozioni e sentimento.
Qualcosa che apre il corpo e l’anima al mondo e ad una più approfondita percezione e visione della dimensione terrena, dove l’eros, esplicito ma senza oltrepassare mai il limite della pornografia, si tramuta in un mezzo per riuscire a capire la realtà priva da ogni condizionamento e da vincoli di restrizioni di alcuna natura. Anima e corpo che si includono reciprocamente: l’una è trasparenza, l’altro è consistenza.
Limpida e comunicativa, Emilia è come un libro aperto che riesce a dare una rappresentazione concreta dell’amore che sublima, della passione in cui perdersi, che dilata i pensieri da bere in un calice di sensualità, goccia dopo goccia, sorso dopo sorso.
Il titolo lascia sottendere un universo intero, così come la copertina, giocando sul contrasto tra lo scuro e il seppia, ritrae un corpo di donna appena velata che attrae lo sguardo prima di immergersi nei cinque sensi intrecciati delle sue poesie. Una donna simbolo di bellezza, che affascina; una donna con le sue certezze ed incertezze, sogni e desideri da preservare, fragilità da proteggere e custodire. Una donna che si ispira a donna, che respira passione e amore… basta farla sentire onda, vento del deserto, basta farla volare come farfalla, basta accendere in lei una fiamma per non farla spegnere mai.
Scrivere sulle donne, di “Quello che le donne”… scrivere d’erotismo non è mai facile. Per questo ammiro chi sa raccontare e raccontarsi attraverso una qualunque forma d’arte; chi è capace di esprimersi con la voce del proprio “Io” per offrirla al mondo intero; chi pensa ci siano tanti modi per comunicare emozioni e sensazioni. Per questo ammiro Emilia, sensibile poetessa, che ha riversato in questi versi la sua anima, così come fa ogni poeta che scrive col cuore ancor prima che con la penna. Il legame con la poesia è qualcosa di intenso, inconfessato, interiore e profondo. L’arte, in ogni sua espressione, si manifesta e vive dove c’è libertà di pensiero e d’azione… e prospera laddove questa libertà è recepita ed accettata.