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Vincenza De Ruvo

Tutto in un abbraccio

 



Vincenza De Ruvo è incline a trasmettere, con raffinata maestria, quei moti e quei sussulti dell’animo umano che acquistano forme e sembianze tra le righe e che – attraverso le parole, i sentimenti, le emozioni e la rappresentazione di ambienti e accadimenti quotidiani, in tutte le loro variegate sfumature – raggiungono e coinvolgono, in una comunanza di sensazioni, la sfera più intima di chi si avvicina alla sua poesia.
L’espressività e la vitalità sono palesemente evidenti nei suoi versi, caratterizzati in particolar modo da un reiterato utilizzo del silenzio; la stessa punteggiatura infatti, crea un magma sotteso, di cui le parole scritte sembrano rappresentare solo la punta di un iceberg, tanto da indurci a parlare di una poetica elaborata con attenzione e precisione estrema della parola e degli effetti semantici.
Un “verso” che si presenta sempre puntuale all’appello, con la veste di un lirismo che è tale solo in apparenza, perché l’Io dell’Autrice, si espande in una scrittura universale in grado di essere letta e compresa da tutti attraverso una versificazione incline a privilegiare il ritmo sincrono tra mente e cuore, non tanto e non solo come logos, ma come libera associazione tra pensiero e sentimento, volatili sapienze che la De Ruvo elabora in maniera del tutto naturale.
Il leitmotiv che congiunge le numerose liriche, sembra essere il bilancio quotidiano della vita, in bilico tra passato e futuro, aspettative e rinunce, propositi e incertezze che sgorgano dalla stessa sorgente per poi raggiungere il medesimo corso d’acqua, in un perenne ciclo vitale che l’anima cosciente dell’Autrice ha fatto suo.
Affetti, amore, dolore, sogni e speranze… tutto si fonde “in un abbraccio”, in controluce nella parola, dalla quale ci si rende conto dei marcatori imprescindibili e fondamentali della sua poetica, soprattutto quando il verbo diventa consapevolmente “poesia”, una poesia esperienziale che non significa affatto autobiografica o intimista, ma piuttosto l’assumere il ciò che accade intorno a noi, tra esperienze di vita, emozioni e sentimenti, sempre ricorrenti nei suoi versi; un percorso che tende dal tangibile alla orizzontalità di un punto di tangenza con l’interrelata vitalità che la sostanzia. Una sorta di spola insomma, tra il pratico e l’olistico, che non perde mai di vista la concretezza che sfocia nel quotidiano.
Due sono le argomentazioni prevalenti: l’amore e la fede, che testimoniano la presenza di sensazioni forti, sintomo evidente di una forma inconscia di sacralità. Una poetica di cui la De Ruvo appare chiaramente cosciente, che fa di lei una poetessa estremamente contemporanea, grazie ad uno stile schietto, immune da elementi pletorici e fatui preziosismi che potrebbero adulterare la purezza della versificazione.
Vincenza De Ruvo riesce a stimolare l’attenzione sin dal primo verso, grazie alla sua capacità nell’utilizzare moduli stilistici creativi. Nel suo viaggio tra le pagine, attraverso un percorso ben articolato e scorrevole, ricco di figurazioni, sembra tendere un filo inossidabile con il lettore, un’empatia di sintonie che gli consente di insinuarsi nell’accezione più profonda dei suoi componimenti per comprenderne meticolosamente tutta l’armonia, l’eleganza, l’incanto e l’intensità emozionale. Non a caso l’empatia tra l’anima della De Ruvo e il mondo intorno a lei, prende forma fin da subito, lungo un percorso che converge: da una parte i versi si distendono per racchiudere l’universalità e manifestare ambientazioni e fotogrammi emozionali; dall’altra, il lettore percepisce l’essenza sottesa nei messaggi per fondersi in un tutt’uno con il microcosmo disegnato. È facile dunque ipotizzare uno scambio di ruoli: non sono più i versi a stimolare e incentivare l’attenzione, ma è il lettore che rincorre le immagini descritte, aperte allo spazio del reale; è il lettore che si specchia in esse, che tende le mani e cerca afferrarle per accoglierle nel proprio mondo. Un effetto lirico suggestivo fuori dal comune, ottenuto grazie all’abilita dell’Autrice, che imprime ai versi un soffio vitale e li trasforma in immagini visive e sonorità.
Nel tessuto lirico particolare risalto assume la sintassi, forgiata secondo criteri icastici e mai usuali, nella quale nessun elemento ha propositi decorativi, ma è del tutto adeguato ed efficiente alla missiva che veicola. Un ornamento scorrevole e sinuoso, mai artificioso, dal momento che l’Autrice tende ad evadere sia da percorsi idiomatici ordinari e abituali, sia da forme risonanti, dando vita a elaborati poetici creativi di pregevole intensità e forza comunicativa.
Nell’asse temporale tracciato dalla De Ruvo, l’istante colto non è la risultanza del “carpe diem”, ma è l’esito conseguente di un equilibrio ed una razionalità sapiente ed oculata, nella quale ogni stato d’animo è vissuto sempre con lo stesso vigore, concentrato in tessere ad incastro essenziali e indispensabili a formare il puzzle dell’esistenza. Quello ritmato e cadenzato in versi è un tempo senza argini né barriere, che disattende i fondamenti di propensione e disconosce le disciplinate e razionali mappe del sapere: è un incessante e ricorrente trasfondere di memorie nelle immagini del presente che incrociano il futuro.
Coerente soprattutto alla genuinità del proprio percorso, lontana da ogni ambizione meramente letteraria, la De Ruvo con “Tutto in un abbraccio” ci regala un limpido lascito della sua poesia e se quella espressa costituisse una sorta di esame d’ammissione per essere acclamati poeti, Vincenza l’ha superato a pieni voti.