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Marzia Cagnacci

L'ultima notte senza luna

 



Ho accolto con piacere l’invito dell’Autrice, Marzia Cagnacci, di scrivere poche righe a mo’ di prefazione per questo suo romanzo, “L’ultima notte senza luna”, che corona anni di ricerche archivistiche, di sopralluoghi e di contatti nel territorio circostante Tregozzano, una piccola frazione di Arezzo, teatro di eventi e di esperienze umane, che con estrema spontaneità l’Autrice fa parlare e rivivere nei vari capitoli, nei quali scandisce gli accadimenti fotografati con spiccata naturalezza e sincera passione.
È qui che si consuma la storia d’amore tra Pierina e Ferdinando, narrata dalla Nostra attraverso le esperienze vissute da sua nonna Piera e raccontate come in una sorta di intimo diario. Il libro rappresenta infatti, una attestazione sentita e fortemente simbolica della grande sofferenza subita dalla generazione che ha vissuto durante la seconda guerra mondiale. Suo il merito di aver reso vibrante la narrazione attraverso le emozioni e gli stati d’animo di coloro che sono stati vittime delle penose e drammatiche esperienze di quel periodo.
Le descrizioni degli eventi, dei personaggi e dei luogi in cui si svolge principalemnte la vicenda, sono delle preziose testimonianze del conflitto visto dagli occhi di una contadina e da suo marito, chiamato alle armi per la campagna del Nordafrica; una storia che rievoca in molti di noi, il segno caratterizzante nei racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori.
Ambientato nel periodo bellico che abbraccia gli anni tra il ‘39 e il ‘46, il romanzo sconfina il tempo e narra le crudeltà della guerra rendendo come protagonista un amore che, nonostante tutte le peripezie, resta inossidabile e vivrà in eterno nel cuore e nei ricordi dei due giovani. Il flusso narrativo è coinvolgente a tal punto da elevare alla dimensione letteraria una storia comune a migliaia di persone e che ha sconvolto l’esistenza di milioni di esseri umani.
Ispirata da fatti realmente accaduti, la Cagnacci riesce a tessere un romanzo carico di azione e di romanticismo. Analizza in modo approfondito, cerca riscontri, studia tutte le fonti disponibili per offrirci la sua personale visione: dietro le dinamiche conflittuali della guerra ci sono passioni che s’infiammano come fuoco ardente fino a quando il destino, come vento di tormenta, non le doma, pur restando bracieri mai spenti, pronti a fervere non appena ritrovano respiro.
Con maestria ha selezionato tutto il materiale storiografico, indispensabile per poter dare un quadro esaustivo a fornire una sintesi completa e mai avara di particolari interessanti. Ogni informazione, ogni descrizione veicolata è itinerante all’argomento trattato, dunque mai superfua, ma illumina la scena fornendo al lettore tutti i presupposti necessari a proseguire con estremo interesse la sua lettura.
Tutto ciò che anche marginalmente può aver riguardato il suo paese negli anni della guerra, trova sicuro approdo nel patrimonio di reperti e reminiscenze documentali, venendo in tal modo contornato ed esaltato con il sicuro effetto di condurre ed immedesimare il lettore nella scena descritta.
In questo triste quadro, ancor più evidenzia le qualità di gente contadina, allorché l’Autrice descrive la semplicità mescolata al senso d’appartenenza, la generosità che ogni persona, pur nella bufera che infuriava, seppe non solo serbare, ma addirittura sublimare e spiritualizzare nonostante i rastrellamenti, i bombardamenti e l’insostenibile mancanza di cibo. I continui pericoli riescono ad accomunare i personaggi del romanzo e a creare una forte solidarietà che viene resa evidente nel miglior modo possibile dall’Autrice sempre attenta a sottolineare i risvolti dell’animo umano.
Proprio in questo si concentra lo spirito che sapientemente la Cagnacci è riuscita a portare alla luce. Quello di chi, vivendo quei tragici momenti, vuole quasi passarci il testimone, ovvero quell’inspiegabile senso per cui un individuo, anche se sottoposto a difficilissime prove, con fiera dignità e sincera generosità, riesce, nonostante tutto, a conservare quei valori di libertà per i quali è disposto ad affrontare qualsiasi avversità.
Cosciente e consapevole dell’antica e radicata autenticità di quei valori, che sono il vero fil-rouge del romanzo, Marzia Cagnacci illumina le zone oscure dell’animo umano, attingendo alla sua capacità di scrittura che, con sguardo critico, riesce ad alimentare anche l’ultimo barlume di speranza che aleggia in ognuno di noi. Un testo che unisce in un racconto storico l’uomo comune, con le sue debolezze, sentimenti, paure, passioni e speranze. Un libro che non può lasciare indifferenti. – È stata solo una battaglia – direbbe Pierina – che non poteva non passare. Come le bombe, la fame, la paura…
Già… non poteva non passare, dinanzi all’incontenibile desiderio di rinascere e di vivere.