Contatti | Log-in contatore dati internet
 

Alfonso Scibelli

Meditai

 



Una poesia, per definirsi tale, deve trasmettere emozioni intense nell’anima di chi legge non solo tramite il libero pensiero e i sentimenti, ma anche attraverso l’interesse che riesce ad evocare con lo stile, la capacità compositiva, la melodia e una solida base culturale, quella che ci insegna e segna la vita di tutti i giorni.
Vivere la poesia, in tutte le sfumature della quotidianità, non è affatto semplice; non a caso i “poeti” hanno una sagacia del tutto particolare nell’osservare la realtà, di scoprire luce laddove molti sono offuscati dal buio, di modellare spazi di memorie recondite e plasmare icone del presente con l’argilla singolare dei propri versi, senza mai accantonare quello spirito critico alimentato dalla bussola della razionalità che consente di tracciare con precisione, verità collettive.
È questo il microcosmo che ci propone Alfonso Scibelli, poeta giovane ma già consapevole e maturo, nella sua prima raccolta poetica data alle stampe, in cui manifesta fedelmente la su citata impalcatura contenutistica: un vero e proprio spaccato emozionale, policromo e abbondante di soluzioni linguistiche nuove e pregevoli, non prive di influenza futurista e di costrutti sintattici singolari e originali.
Un gioco di sperimentazione che, unito a quello di evoluzione del verso, diventa essenziale per lo stile poetico. Sperimentazione ed evoluzione si confrontano infatti, con l’autonomia di un linguaggio innovativo la cui caratteristica preminente della versificazione è la linearità, la genuinità, la comprensione e l’immediatezza, al di sopra di ogni erudizione, lontana da mode ed ermetismi vacui ed asettici. E non si confondano queste con-notazioni estetiche con la semplicità, intesa come sinonimo di stile sobrio o banale. Al contrario, i versi di Alfonso Scibelli, se da una parte sono freschi e veritieri, dall’altra appaiono filtrati da una vigorosa intensità che necessita di un’attenta lettura, poi-ché fanno riferimento ad un corredo simbolico del tutto persona-le che va interpretato, in cui la cui parola non è inerte, astratta, ma ha una propria anima. La sua poesia diviene manifesto di una pratica decisamente sperimentale predisposta alla costruzio-ne di nuove capacità linguistiche che danno voce alle sue emo-zioni.
Meditai è dunque frutto di una pregevole sintesi stilistica, una raccolta poetica ad ampio respiro tematico ed espressivo, nella cui trama versificatoria sono catalizzati componenti introspettivi e fotografici coesi dal filo conduttore del panismo, ovvero la capacità di esprimere i propri stati d’animo immedesimandosi e fondendosi totalmente con il mondo esterno attraverso le parole, il cui significato delinea la realtà circostante.
L’amore occupa un posto centrale, ma affiorano anche altri legami affettivi. L’Autore scende nella profondità delle relazioni e dei sentimenti con estrema naturalezza e levità, rispecchiando un sentire inconscio racchiuso in cadenze poetiche ben ritmate.

L’opera è organizzata in quattro sezioni tematiche, differenti per contenuti. In perfetto equilibrio tra loro, rifuggono da ogni lirismo pur mantenendo una scansione modulata, dal carattere onirico e particolare, che si adegua perfettamente ai compendi, grazie alla cura con cui sono stati scelte le parole e le assonanze. La musicalità appare una tendenza espressiva sulla quale Scibelli si è affidato frequentemente, così come i testi poetici, che evidenziano un’impronta del tutto personale caratterizzata da un circoscritto utilizzo di forme verbali, prediligendo ad esse sostantivi e aggettivi, che rendono più efficace e icastica la versificazione, grazie alla quale il messaggio veicolato si rivela palesemente.
L’altra peculiarità dei componimenti è costituita dai versi molto spesso brevi, spezzati da segni di interpunzione e da una particolare morfologia della versificazione. Una combinazione tra stile e sintassi, che ha il compito di focalizzare i segmenti, amplificarne l’astrazione concettuale, evidenziare ogni singolo termine e proporre un ampio spettro di sfumature semantiche. È un espediente che stimola il lettore a soffermarsi su ogni singola parola e a farne di essa stessa un oggetto di intrinseca riflessione, uno stile essenziale che rende protagonista il messaggio, tralasciando pleonasmi e lemmi ridondanti, denotando una certa abilità nell’utilizzo degli strumenti di composizione poetica.
Ne consegue una musicalità chiara ed evidente di pensiero e di riflessione, protagonisti indiscussi dell’opera, formata da trentaquattro liriche forgiate sul verso libero, di breve e media lunghezza, che si conclude con due testi poetici (I miei vecchietti e Mamma), scenari emozionali incastonati in suggestive immagini, a coronamento della vis poetica.
Potrei definirla, in modo azzardato, un’opera “pop” in ogni sua piega, in ogni suo manifestarsi, una formazione poetica adeguata all’intenzione di narrare, attraverso la sua spontanea esuberanza, il proprio Io: bisogna leggerla più volte per entrare in empatia con lo stile poetico e a orientarsi tra le tematiche di questo giovanissimo poeta al suo esordio letterario.
Ed è per questo che, noi di Oceano Edizioni, siamo lieti di ospitarlo nel nostro catalogo editoriale arricchendo così la già importante produzione che finora abbiamo realizzato.